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La Vita di San Giuseppe della Serva di Dio Cecilia Baij O.S.B. (versione audio e testo) - audiolibro mp3 online

Libro III – (5) Capitolo V – Come l’Angelo parlò a san Giuseppe nel sonno e gli ordinò che TORNASSE A NAZARET, SUA PATRIA, E COME SI COMPORTÒ IL SANTO A QUEST’AVVISO

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Libro III – (5) Capitolo V – Come l’Angelo parlò a san Giuseppe nel sonno e gli ordinò che TORNASSE A NAZARET, SUA PATRIA, E COME SI COMPORTÒ IL SANTO A QUEST’AVVISO

Il nostro Giuseppe stava in Egitto tutto contento, perché quasi tutti
avevano incominciato a ben volerlo, e godeva che da tutti fossero amati e
ben voluti il suo amato Gesù e la sua diletta Sposa.
Quantunque per l’addietro avesse molte volte parlato con la divina
Madre del ritorno a Nazaret, aspettandone l’ordine da Dio, ora però viveva
del tutto senza pensiero e stava contentissimo in quel luogo, dove il suo Dio
l’aveva inviato per salvare la vita al suo Unigenito, né più pensava alla partenza.
Ma una notte gli parlò l’Angelo nel sonno, e gli ordinò che tornasse a
Nazaret, sua patria, perché già era morto Erode, che cercava di dare la morte
al divino Fanciullo.
Si destò il Santo e tutto contento andò dalla sua Sposa e le manifestò
quanto gli aveva detto l’Angelo nel sonno. Era già di tutto informata la divina
Madre, quantunque non ne desse alcun segno al suo Giuseppe.
A questo avviso si prostrarono insieme in terra e adorarono l’ordine
ricevuto da parte di Dio. Parlarono poi di questo con il loro amato Gesù, il
quale fece loro un discorso sopra i divini decreti, con quella grazia e sapienza
che ognuno può credere. Restò il nostro Giuseppe tutto consolato, perché
da una parte era contento di tornare nella sua patria; ma dall’altra sentiva
rincrescimento nel dover condurre per quel lungo e disastroso viaggio la sua
Sposa ed il suo Gesù. Pensava ai patimenti che questi avrebbero sofferto nel
lungo cammino, e ne sentiva amarezza; ma dopo che il suo Gesù gli fece il
sublime discorso, si rallegrò e si consolò, mostrandosi pronto ad eseguire gli
ordini di Dio. Non tralasciava però di dire al suo Gesù. «Voi, mio caro figlio,
patirete molto in questo viaggio, e questo mi rincresce!».
Ma l’amato suo Gesù lo consolava con parole di vita e gli diceva che
Lui nel patire godeva, perché adempiva la volontà del suo celeste Padre.
Il nostro Giuseppe sistemò ciò che aveva [in uso] per il suo lavoro,
vendette i suoi ferrami e fece larga elemosina ai poveri. Manifestò ai più vicini
la sua partenza verso la patria e molti ne provarono rincrescimento, perché
le virtù sublimi del sant’uomo si facevano amare anche dagli idolatri, e
l’amore che portavano al fanciullo Gesù era grande, sia per la rara bellezza
che per le ottime qualità che aveva.
Anche alcune amiche della divina Madre intesero molta tristezza, ella
con le sue sante persuasioni e ammaestramenti le aveva illuminate e istruite
nella vera fede. Queste sparsero molte lacrime e poiché erano donne che
bramavano fare del bene e crescere nell’amore e conoscenza del vero Dio,
sentirono pena insoffribile nel dover restare prive di così santa Maestra. Le
consolò pertanto la divina Madre, l’animò e lasciò loro molti ricordi, promettendo
loro di tenerne sempre memoria e di pregare il vero Dio per loro.
Similmente fece il nostro Giuseppe con gli amici suoi, da lui istruiti.
Infatti, fu da molti rimpianta la loro partenza, e con ragione, perché avevano
ricevuto dei benefici sia spirituali che temporali, perché nei bisogni di infermità
o di altro [i santi sposi] si mostrarono favorevoli ed amorevoli con tutti
quelli che ad essi ricorrevano. Lasciarono quei pochi arnesi che avevano in
casa per elemosina a chi dei loro amici era più bisognoso, e si prepararono
alla partenza senza provvista alcuna, confidando nella divina provvidenza.
Solo tenne qualche denaro il nostro Giuseppe, ma anche quello era pronto a
darlo a qualche povero bisognoso, che avesse potuto incontrare.
Mentre si disponevano alla partenza, il nostro Giuseppe, di cuore assai
tenero e amoroso, non poteva trattenere le lacrime al sentire i lamenti dei
suoi amici, e con modo assai gentile li ringraziava della carità che gli avevano
usata, e dell’affetto che gli dimostravano. Da più d’uno era interrogato:
«Perché voleva così all’improwiso partire e lasciarli?». A costoro il Santo
altro non rispondeva se non che doveva fare la divina volontà, e che Chi
l’aveva inviato, di nuovo lo richiamava alla sua patria.
Furono molte le suppliche che il nostro Giuseppe intese dagli Egiziani
perché restasse fra di loro e non partisse. Gli furono fatte delle offerte
da parte di molti, i quali proponevano di soccorrerlo nei suoi bisogni; a questi
il Santo rendeva affettuose grazie, mostrando di gradire la loro cortesia e
la buona volontà.

Vi fu anche chi lo pregò di volere lasciare il suo Figlio, adducendo
vari pretesti e che, sia per la tenera età che per la sua delicatezza, c’era pericolo
che si ammalasse per il lungo viaggio; per questo molto insistettero.
Sorrideva a queste richieste il Santo e diceva loro apertamente che egli non
avrebbe mai potuto partire senza il suo amato Figlio, il quale era tutta la sua
consolazione. Non si era ammalato quando lo condusse qui, nato da poco:
molto più sperava che non si sarebbe ammalato ora che era di età maggiore.
Per tutto confidava nel suo Dio che l’avrebbe assistito e protetto in quel
viaggio, come aveva fatto in tutte le altre occasioni.
Con tali parole calmava tutti e ognuno restava persuaso, conoscendo
come il sant’uomo con ragione ricusava di lasciare il suo figlio, perché
chiunque fosse stato al suo posto non avrebbe mai acconsentito a restare privo
di un tale figlio.
Fu stabilito dai nostri grandi personaggi il giorno e l’ora della partenza,
secondo [quello] che intuirono essere volontà del divin Padre. Prima
di partire si prostrarono insieme in terra, adorando il divin Padre e ringraziandolo
di quanto aveva operato per mezzo loro in quella città, perché molti
erano arrivati alla conoscenza del vero Dio. Lo pregarono del Suo aiuto in
quel disastroso e lungo viaggio. Lo pregarono di rimunerare i loro amici di
tutta la carità che loro avevano usata e dell’affetto che avevano loro dimostrato.
Lo pregarono per tutta quella nazione, perché arrivassero tutti alla conoscenza
del vero Dio e gli raccomandarono quelli che già erano illuminati;
e Lo pregarono della patema benedizione.

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Libro III – (5) Capitolo V – Come l’Angelo parlò a san Giuseppe nel sonno e gli ordinò che TORNASSE A NAZARET, SUA PATRIA, E COME SI COMPORTÒ IL SANTO A QUEST’AVVISO