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Vi era un uomo che cadde nella fornicazione per tre anni;

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Vi era un uomo che cadde nella fornicazione per tre anni; e il suo igumeno era dioratico, eppure non lo sapeva. Ora, un giorno, l’abate conobbe la sua cattiva azione; lo chiamò e disse: «Dimmi, dove sei stato questa notte e perché irriti Dio?». Ed egli cadde ai suoi piedi e disse: «Ho peccato davanti a Dio, ed ecco, da tre anni sono preso in questa azione impura». L’abate disse: «Ma che facevi, perché Dio mi nascondesse i mali nei quali eri infilzato?». Egli disse: «Era mio uso, ogni notte in cui andavo a compiere l’azione impura, dire piangendo, all’andata e al ritorno, gli otto canoni dei Salmi e gli inni penitenziali; ma questa notte il cattivo demone mi ha reso negligente, mi ha fatto disperare e ha detto che le mie preghiere erano inutili. Non mi sono più ricordato di Dio e non ho salmodiato». E l’abate disse: «Benedetta sia la misericordia di Dio, che non vuole la dannazione dell’uomo! E ora, poiché Dio non si è ricordato delle tue azioni di tre anni, io ugualmente ti perdono l’atto di questa notte, per la misericordia di Dio». Ed egli ritornò a Dio e divenne un uomo perfetto per penitenza e buone opere.
[Arm., I, 622 (25) A]

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