Home

I padri dicevano anche che c’era un fratello asceta

Salva in Preferiti / Segnalibro
ClosePlease loginn

Non ancora registrato? Fallo ora!

I padri dicevano anche che c’era un fratello asceta e mortificato che voleva andare in città per vendere il proprio lavoro e acquistare il necessario. Chiamò un fratello e gli disse: «Vieni con me, andremo e torneremo insieme». Quando arrivarono davanti alla porta della città, il fratello mortificato disse al suo compagno: «Siediti qui, fratello, e attendimi mentre vado a fare i miei affari, non ci metterò molto tempo». Entrò nella città, girellò per le strade. Una donna ricca lo lusingò che lo avrebbe sposato poiché avesse gettato l’abito.

Dopo, questo inviò il seguente messaggio al suo compagno: «Ritorna alla tua cella, perché non mi vedrai più». Il messaggero raccontò al fratello tutto quello che era successo, ma il fratello gli rispose: «A Dio non piace che si dicano simili cose del mio fratello così venerabile, e che io me ne vada da questo luogo prima che lui ritorni come mi ha detto». Restò là molto tempo, pregando e piangendo senza tregua, notte e giorno, e la voce si diffuse in tutta la città. Il clero, i monaci, i governatori della città, lo incitavano a ritornare nel suo monastero, ma egli non voleva sentire la loro richiesta e diceva: «Farò quello che ha detto mio fratello; non posso andarmene da qui se non per ritornare con lui al monastero».

Restò là per sette anni, bruciato dal caldo dell’estate, pietrificato dal freddo e dai ghiacci dell’inverno, patendo la fame e la sete, mentre continuava a piangere e a vegliare pregando per il proprio fratello. Alla fine il suo compagno venne un giorno da lui vestito con abiti di gran prezzo, e gli disse: «Fratello tale, sono colui che era con te, il tale monaco; alzati e ritorna nel tuo monastero». Il fratello lo guardò e gli disse: «Tu non sei colui, perché era monaco, e tu sei un secolare».

Dio vide la pena di questo fratello, e alla fine dei sette anni la donna morì; il fratello che l’aveva sposata si pentì, riprese l’abito monastico e partì per raggiungere il proprio afflitto compagno. Quando lo vide, costui si alzò, lo prese nelle sue braccia, l’abbracciò, lo accolse con gioia e ritornarono insieme al monastero. Allora il fratello riprese il lavoro della sua prima ascesi e raggiunse le vette della perfezione. Così la pazienza di un uomo ne salvò un altro, e quello che è stato detto si verificò: «Un fratello è protetto dal proprio fratello, come una città dalla propria roccaforte».
[Bu., I, 395]

Salva in Preferiti / Segnalibro
ClosePlease loginn

Non ancora registrato? Fallo ora!

image_pdfimage_print