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Un anziano era procuratore di un grande cenobio

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Un anziano era procuratore di un grande cenobio e durante il suo via vai dal monastero gli accadde di cadere nel fango della licenza. Ora egli venne a morte e il suo viso diventò nero come il fondo di una pignatta. Il superiore del monastero, che era uno spirituale, vedendo ciò che era accaduto riunì tutta la comunità e disse: «Questo fratello ha lasciato la vita e voi sapete che per il vostro riposo e la vostra tranquillità si prodigava di tutto cuore nel fare le comissioni.

Come uomo inciampò, per colpa del maligno e, poiché è per nostra occasione che è caduto in peccato, venite, prodighiamoci senza riposo per lui e preghiamo il Dio misericordioso, giacché le sue misericordie si estendono a tutte le sue opere». Essi cominciarono dunque a digiunare con lacrime e a implorare Dio perché gli facesse misericordia. E trascorsero tutti tre giorni e tre notti a digiunare senza mangiar niente, ma piangendo e lamentandosi per la perdita del fratello.

E il superiore del monastero entrò in estasi, e contemplò il Salvatore che si commoveva della fatica dei fratelli, mentre il diavolo si metteva ad accusare e a dire: «Maestro, costui è mio, te ne prego, appartiene alle nostre opere; io ho collaborato con lui al peccato. Tu sei un giusto giudice, Signore, giudica con giustizia». Il Salvatore rispose allora dicendo: «Giusto giudice, lo sono, ma anche misericordioso, e il limite della mia giustizia è la misericordia e il mio amore per l’uomo; e poiché sono misericordioso e amico dell’uomo, non è giusto che non tenga conto della supplica che mi è indirizzata da uomini così numerosi in favore di un unico ferito. E, in più, è per amore di questi oranti che egli è caduto nel peccato; avrebbe potuto anche lui restare nella pace, come tutti nel monastero, ed essere preservato dalla ferita dei malvagi. Ma durante la sue commissioni per i fratelli è inciampato come uomo. Non vedi come tutti si sono offerti alla morte per lui?

E morranno dunque tutti per uno solo? Tuttavia persuadili di cessare di supplicarmi e accoglilo. Ma se tante anime corrono il rischio di morire di fame durante tre giorni e tre notti, supplicandomi e pregandomi con lacrime per lui, non si stancano delle loro preghiere accompagnate da pianti, da prostrazioni, la testa coperta di cenere! Tutta questa folla in preghiera! E tutto questo per lui, che non peccò intenzionalmente né per apostasia, ma che è caduto nel peccato come un uomo, inaspettatamente. Non è forse giusto che essi ottengano l’oggetto della loro supplica, come se si rivolgessero ai re della terra? Se in effetti una città tutta intera vede un condannato portato alla morte, l’istanza popolare fa appello al suffragio del re e strappa il condannato dalle mani del carnefice.

Quanto più il re veramente giusto e amico degli uomini accorderà ai suoi soldati l’oggetto della preghiera e della supplica che gli rivolgono in favore di uno solo?». Quando il Signore ebbe detto questo, il diavolo si vergognò e disparve. Ora quando ritornò dalla sua estasi, l’abate del monastero raccontò tutto ai fratelli e furono invasi da una gioia immensa. Il viso del fratello cominciò a purificarsi a poco a poco dalla sua oscurità e divenne completamente pulito. E convinti che Dio aveva destinato la sua anima all’eredità della vita, fecero corteo alla sua spoglia e lo seppellirono. E si rallegrarono della salvezza miracolosa del fratello, dicendo: «Il Signore è vicino a tutti quelli che l’invocano in verità».
[N, 598]

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