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Un anziano aveva dodici discepoli.

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Un anziano aveva dodici discepoli. Accadde per una tentazione del diavolo che uno di questi, andato al villaggio per qualche compera, cadde nella fornicazione; e da allora aveva preso l’abitudine al male, andava spesso in segreto al villaggio dopo la preghiera dell’alba e ritornava che era ancora mattina.

I fratelli, così come l’abate, vennero a conoscere quel che faceva. L’abate non lo riprese subito, ma lo lasciò fare per il momento, simulando l’ignoranza completa della cosa. Poi, siccome gli altri fratelli si adirarono contro questo fratello e criticavano il silenzio dell’igumeno come inopportuno, l’abate se ne andò un giorno di buon mattino nella cella del fratello e constatò che questi tornava precisamente dal villaggio, dove, come ho detto, andava segretamente per compiere la sua opera vergognosa. Questa volta dunque, nella fretta di ritornare, aveva preso il mantello della donna al posto del suo e lo sospese all’angolo del muro della propria cella senza farvi attenzione né esaminarlo poiché, intravedendo già il superiore che veniva a lui, si preoccupò soltanto d’andargli incontro e rimuginò nel suo spirito ciò che gli avrebbe risposto. Quando dunque l’abate entrò nella cella del fratello e vide sospeso il mantello della donna non disse niente su questo, ma disse al fratello: «Dove eri, fratello?». Costui simulò: «Ero in un posto per una commissione». L’abate gli disse: «Non sei stato dunque al villaggio?». Egli rispose: «No, maestro».

L’abate gli disse allora: «E a chi appartiene il mantello che è qui appeso?». Guardandolo il fratello riconobbe che era quello della donna. Si gettò ai piedi dell’abate, dicendo: «Perdonami, non lo farò mai più». L’abate gli perdonò e rialzandolo lo esortò dicendo: «Veglia su di te d’ora in poi, figlio mio; che ci guadagni a compiere questa impurità? Quaggiù la vergogna, il disonore e il biasimo da parte degli uomini, e nel mondo futuro il fuoco che non si estingue e il verme che non muore mai. No, te ne supplico, figlio mio, non rotolarti in questa sporcizia e in questa azione infame». Il fratello, vivamente toccato da compunzione, si gettò di nuovo ai piedi dell’anziano e li bagnò abbondantemente di lacrime, chiedendogli perdono in nome di Dio.

E dopo di allora, non solamente cessò quella pratica vergognosa, ma diede prova di una penitenza così ardente che piacque a Dio per la sua buona osservanza e divenne in poco tempo un monaco ben temprato, al punto che gli altri fratelli, testimoni della sua penitenza e del suo progresso secondo Dio, resero grazie a Dio. Inoltre vennero a trovare l’abate e gli chiesero di dir loro perché non aveva rimproverato il fratello, venendo a conoscenza del suo peccato, ma aveva atteso pazientemente l’occasione. L’anziano rispose loro: «Vedevo Satana che teneva una mano del fratello e lo trascinava nel mondo, ma io, con la mia pazienza, trattenevo l’altra sua mano, per paura che a causa di un biasimo non se ne andasse subito nel mondo dove il diavolo lo trascinava. Ma quando Dio giudicò opportuno salvare la sua creatura, in quel momento noi abbiamo preso l’altra mano e lui tutto intero, sano e salvo».
[P.E., IV, 48, 1-11]

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