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Rubbio (Vicenza), 29 marzo 1991. Venerdì Santo. L’Uomo di tutti i tempi.

MESSAGGI DON STEFANO GOBBI 1991

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Rubbio (Vicenza), 29 marzo 1991. Venerdì Santo. L’Uomo di tutti i tempi.

«Raccoglietevi nel giardino del mio Cuore Immacolato, figli prediletti, per vivere insieme a Gesù le ore terribili della sua dolorosa Passione. È il venerdì santo. È il giorno della sua condanna e della sua morte sulla Croce. Dopo avere passato tutta la notte, fra gli insulti ed il vilipendio dei componenti e dei servi del Sinedrio, a giorno inoltrato, Gesù è condotto davanti a Pilato. Qui avviene un secondo e più umiliante processo. Davanti a grande folla aizzata contro di Lui, di fronte ai capi religiosi che lo accusano di bestemmia e di sacrilegio, Gesù, mansueto come un agnello che muto si lascia condurre al macello, assiste in augusto silenzio a tutto lo svolgersi dei fatti. L’iniziale onestà di Pilato, che non trova alcuna colpa contro di Lui; “Se non fosse colpevole, non te lo avremmo portato qui!” L’incipiente paura della folla; il dubbio sulla realtà della sua Parola: “Sei tu Re?”; il tentativo di salvarlo, proponendo la sua liberazione al posto di Barabba; il timore delle grida del popolo; il terrore del giudizio di Roma: “Se liberi costui, sei nemico di Cesare”. E così, con viltà, Pilato segna la sua condanna a morte. Consegna Gesù ai soldati perché venga flagellato. Il suo corpo è reso tutto una piaga viva e profonda dagli strappi che incidono nella sua carne immacolata i terribili flagelli romani. Poi viene incoronato di spine. Le spine gli aprono rivoli di sangue, che scendono dal suo capo e sfigurano il suo Volto; e lo percuotono e lo ricoprono di sputi e di insulti. “Lo abbiamo visto percosso e umiliato; non più sembianza umana aveva il suo volto”. L’ultima trovata più cattiva e crudele: lo ricoprono di uno straccio scarlatto, come porpora; gli mettono fra le mani una canna come scettro e lo conducono a Pilato, che lo presenta alla folla: Ecco l’Uomo! Ecco l’Uomo di tutti i tempi. Su di Lui, nel Getsemani, si sono posati tutti i peccati del mondo; nel Pretorio si sono caricati i dolori, le umiliazioni, i vilipendi, gli sfruttamenti, le schiavitù di tutti gli uomini. È l’Uomo di tutti i tempi. Gli uomini che erano prima di Lui sono vissuti nella speranza di vedere questo suo giorno ed in Lui hanno trovato la salvezza. Egli è Colui che in Abele fu ucciso, in Isacco fu legato ai piedi, in Giacobbe andò pellegrino, in Giuseppe fu venduto, in Mosè fu esposto sulle acque, nell’Agnello fu ucciso, in Davide fu perseguitato e nei profeti fu disonorato. È l’Uomo di tutti i tempi. Per il dono della sua Redenzione, sono chiamati a vivere in comunione di vita con Dio tutti gli uomini che sono vissuti dopo di Lui. Ha portato sul suo Corpo le sofferenze di tutte le vittime dell’odio, della violenza, delle guerre; ha racchiuso entro le sue ferite il sangue sparso da milioni di bimbi innocenti, uccisi ancora nel seno delle loro madri. È stato flagellato da tutti i dolori, dalle malattie, specialmente dai mali inguaribili che dilagano; è stato coronato di spine in coloro che soccombono alle false ideologie, agli errori che portano lontano dalla fede, all’orgoglio ed all’umana superbia. È stato vilipeso nei piccoli, nei poveri, negli emarginati, negli ultimi, negli sfruttati. È stato sputacchiato nei rifiutati e nei disperati. È stato esposto al ludibrio in coloro che espongono come merce la dignità del proprio corpo. Ecco l’Uomo. Ora porta su di Sé il legno della condanna; sale verso il Calvario, s’incontra con me, sua Madre trafitta; è inchiodato al patibolo, viene innalzato sulla Croce. Le tre angosciose ore della sua Agonia, accanto a Me sua Madre ed a Giovanni, l’apostolo prediletto. Infine il suo atto di completo abbandono al Padre e la sua morte sulla Croce, verso le ore 15 di questo giorno. Ecco veramente l’Uomo di tutti i tempi. In Lui è vissuto, è stato redento e salvato ogni uomo, dal primo, Adamo, fino all’ultimo che si troverà sulla terra alla fine dei tempi. Con l’aiuto di Giovanni, di Giuseppe d’Arimatea e delle pie donne, lo porto al sepolcro, ove viene deposto fino all’alba del primo giorno dopo il sabato. La sua divina resurrezione è la prova più grande che solo Lui è l’Uomo di tutti i tempi. È l’Uomo dei tempi nuovi. Perché solo in Lui risorgeranno tutti gli uomini vissuti, morti, sepolti e consumati in arida polvere. Allora, pur nel grande deserto del vostro tempo, vivete con Me queste ore della sua Passione e della sua morte sulla Croce. Vivetele nel silenzio, nel raccoglimento, nella preghiera, in dolce intimità di vita col vostro divino fratello Crocifisso. Perché solo in Lui si compiranno i tempi nuovi che vi attendono, quando tornerà a voi nella gloria, e si prostreranno davanti a Lui tutte le potenze del cielo, della terra e dell’inferno, a perfetta gloria di Dio Padre».

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