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La Vita di San Giuseppe della Serva di Dio Cecilia Baij O.S.B. (versione audio e testo) - audiolibro mp3 online

Libro I – (16) Capitolo XVI – Ciò che sperava san Giuseppe prima del suo sposalizio con la Santissima Vergine

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Libro I – (16) Capitolo XVI – Ciò che sperava san Giuseppe prima del suo sposalizio con la Santissima Vergine

Giuseppe aveva già compiuto trent’anni e [aveva] conservato illibato
il suo verginale candore ed innocenza, [era] arricchito di grandi meriti
ed ornato di tutte le virtù. Arrivato il tempo in cui Dio aveva decretato di
dargli per sua sposa e fedele compagna la Santissima Vergine Maria, avendo
anche questa compiuto quattordici anni. Dio volle che Giuseppe si preparasse
al nobile e sublime verginale sposalizio.
E quantunque la vita del Santo era stata tutta una continua preparazione
al ricevere un così sublime favore, tuttavia, in quegli ultimi giorni, Dio
volle da lui ima preparazione più singolare.
La notte gli fece dire dall’Angelo, mentre dormiva, che si preparasse
a ricevere una delle più sublimi grazie che voleva fargli l’Altissimo, e che
egli per un mese, raddoppiasse le suppliche e accrescesse i desideri ardenti
del suo cuore. Giuseppe, destatosi dal sonno, si trovò tutto infiammato dal
desiderio di ricevere presto la grazia promessa, e pieno di amore verso il suo
Dio, esclamò: «Quanto siete buono, Dio d’Israele! Come [siete] fedele nelle
vostre promesse! L’anima mia desidera la grazia promessa, ma molto più desidera
l’aumento dell’amore vostro e di glorificarvi in tutte le mie azioni».
Tutto infiammato d’amore, se ne andò al Tempio, e qui, adorato il
suo Dio, lodò la sua infinita bontà. Si trattenne molto a pregare e supplicare
Dio della grazia a lui promessa, e quantunque non sapesse ciò che fosse, tuttavia
la chiamava grazia grande e dono sublime, sia perché gliel’aveva detto
l’Angelo, sia perché già era certo che Dio sa fare grandi cose e che fa grazie
e doni degni di Lui.
In questa preghiera, il nostro Giuseppe, intese accendersi nel cuore
un amore più intenso e tenero verso la Santissima Vergine Maria. In questo
sentimento Dio gli manifestò che ella pregava molto per lui, e le sue orazioni
erano molto accette e gradite a Dio.
Si rallegrò molto di ciò il Santo, e crebbe più in lui l’amore purissimo
verso la Vergine, in modo che piangeva per la dolcezza che sentiva nel
pensare a lei ed alle sue singolari virtù e santità. Spesso diceva fra sé: «O
Vergine Maria, santissima e perfettissima in ogni virtù, voi tanto pregate per
me, indegnissimo; ed io che farò per voi? Non posso fare altro che raccomandarvi
caldamente al nostro Dio, perché vi arricchisca dei suoi doni e vi
ricolmi sempre più delle sue grazie».
Nel dire questo si accendeva sempre più nel suo cuore un vivo desiderio
di parlarle almeno una volta, ma poiché se ne stimava indegno, reprimeva
questo desiderio: non [voleva che] crescesse in lui, perché riteneva difficile
che ciò potesse avverarsi.
Fermatosi per più ore così al Tempio, partì tutto consolato e colmo
di giubilo, ma al Santo sembrava di non potersi allontanare dal Tempio: perciò
in quel mese fece qui continua dimora. Si preparò [alle nozze] con digiuni,
soffrendo fame, sete ed ogni altra incomodità, con tale allegrezza e giubilo
di cuore che ogni patimento gli sembrava delizia. Attese poco al lavoro in
questo tempo, impiegandosi tutto nell’orazione, in suppliche premurose, crescendo
in lui il desiderio di presto conseguire la grazia promessagli.
Per quel mese il santo giovane non parlò mai con le creature, ma nel
profondo del silenzio parlò sempre col suo Dio, facendo continui atti di offerte,
di suppliche, di ringraziamento, lodando e benedicendo l’infinita bontà
di Dio alla quale raccomandava la santa fanciulla Maria.
Nella mente del Santo mai fu pensiero che lei potesse essergli data
per sposa, quantunque la medesima fosse in età di sposarsi – di ciò già si
parlava da chi ne aveva la cura -, perché già [egli] sapeva che lei aveva consacrato
a Dio, con voto, la sua verginità, e anche lui lo aveva fatto ad imitazione
di lei.
Sentendo dire che la santa fanciulla si doveva sposare – per questo
erano stati avvertiti tutti quelli che erano della stirpe di David: andassero al
Tempio; l’avrebbero data per sposa a chi Dio avrebbe manifestato essere
quella la sua volontà – il nostro Giuseppe ne restò meravigliato, e diceva:
«Beato colui a cui toccherà così bella sorte!».
Doveva anche lui concorrere, essendo della stirpe di Davide? Era in
grande perplessità, ma per obbedire all’ordine anch’egli si dispose al concorso
pensando che così bella sorte non sarebbe a lui toccata, tanto più che già
aveva consacrato a Dio la sua verginità; ciò nonostante si raccomandava
molto a Dio, e lo pregava del suo favore ed aiuto in quell’affare di tanta importanza.
Finito il mese della preparazione [al proprio sposalizio], preparazione
che il Santo aveva già fatto, era tutto ansioso di ricevere la grazia promessa.
Arrivava [intanto] il giorno nel quale si doveva scegliere lo sposo della
santa fanciulla Maria. La notte precedente gli apparve l’Angelo nel sonno e
gli disse: «Sappi, Giuseppe, che Dio ha gradito molto la tua preparazione ed
i tuoi infuocati desideri». E gli pose in mano una candida colomba, dicendogli:
«Prendi questo dono che ti fa Dio, e tu sarai custode della sua purezza.
Tienila cara, perché questa è la delizia del cuore di Dio, è la creatura a Lui
più diletta e gradita, che sia mai stata e sarà al mondo». L’Angelo non gli
disse altro.
Giuseppe ricevette la purissima colomba nelle sue mani, e tutto festoso
per la grazia ricevuta si svegliò, infiammato d’amore verso il suo Dio,
ma non poteva penetrare il significato di quel sogno.
Si sentiva molto allegro e contento; non stando più in se stesso per la
gioia, ma non sapeva ciò che sarebbe avvenuto di lui. Ebbe qualche luce che
quella colomba potesse significare che gli sarebbe potuto toccare in sorte la
fanciulla Maria per sposa, ma poiché era umilissimo, e di ciò si reputava indegno,
non ci pensò troppo.
La mattina si preparò per andare al Tempio al concorso con gli altri
discendenti di David, dove seguì ciò che si dirà.

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Libro I – (16) Capitolo XVI – Ciò che sperava san Giuseppe prima del suo sposalizio con la Santissima Vergine