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30 ottobre 1973. Sempre con il Papa.

MESSAGGI DON STEFANO GOBBI 1973

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30 ottobre 1973. Sempre con il Papa.

«Questa sera, o figlio, ti voglio comunicare quale tenerezza il mio Cuore di Mamma senta per il Vicario di mio Figlio: il Papa. 

In questi momenti così dolorosi per la Chiesa, il Papa si trova solo a vivere, come il mio Figlio Gesù nell’orto del Getsemani, le sue ore di agonia e di abbandono. Sono questi per Lui momenti di angoscia profonda: il suo cuore è come oppresso da tristezza mortale e una croce di indicibili sofferenze segna le ore della sua giornata. 

Io gli sono accanto come Mamma per confortarlo e per sostenerlo. Tutta la sofferenza e tutta la ribellione del mondo lascia nel cuore del Papa una ferita profonda, come tutti i peccati del mondo si sono accumulati sul Cuore di mio Figlio durante le ore della sua agonia. 

Fa soffrire il cuore del Papa questo mondo così lontano da Dio; la negazione di Dio da parte di tanti; questa ondata di ribellione e di fango che sempre più aumenta e tutto sommerge. Fa soffrire il cuore del Papa la solitudine e l’abbandono in cui è lasciato. Il dolore più intimo e grande di mio Figlio nelle ore della sua agonia è stato il tradimento di Giuda e l’abbandono dei suoi amici più cari, quando di essi aveva un più umano bisogno.

Ora il Papa soffre per il tradimento e l’abbandono di molti: persino i suoi più vicini collaboratori spesso lo ostacolano.

Molti Sacerdoti da Lui tanto amati Lo osteggiano; tanti miei figli, vittime di Satana, Lo deridono e Lo condannano. Quanti, che pure si dicono cristiani e cattolici, ogni giorno Lo criticano, Lo contestano, Lo giudicano! 

Veramente per la mia Chiesa questa è l’ora del potere delle tenebre. 

Tu, figlio a Me consacrato, che vuoi essere la gioia e il conforto del mio Cuore Addolorato, renditi interprete forte di questa mia apprensione profonda, del mio lamento di Mamma. Consola il cuore del Papa con il tuo affetto di figlio, con la tua preghiera; dividi la sua sofferenza, aiutalo a portare la sua croce oggi troppo pesante. 

Così Io voglio nella Chiesa i Sacerdoti del mio Movimento: devono essere gli amici, i consolatori, i difensori del Papa. Gli amici, perché colmeranno la sua solitudine con tanto amore e tanta preghiera. Saranno sempre con Lui anche nel momento del grande abbandono; porteranno con Lui la sua croce anche quando, come mio Figlio, dovrà salire la via del Calvario.

Accanto al Papa sulla croce, e con Me, la Mamma, voglio che siano i suoi amici più cari: i Sacerdoti del mio Movimento. I consolatori, perché allevieranno il suo abbandono e la sua sofferenza e non temeranno di essere fatti partecipi come Lui della stessa sorte, che oggi attende coloro che Io ho preparato all’estrema immolazione per la salvezza del mondo. I difensori, perché saranno sempre a Lui fedeli e combatteranno contro tutti quelli che Lo contestano e Lo calunniano.

A Fatima ho preannunciato per il Santo Padre questi momenti, ma Gli ho anche promesso la mia speciale assistenza e la mia difesa.

Io lo difenderò e lo assisterò per mezzo di voi, miei Sacerdoti. Voi siete la mia schiera pronta a combattere per la Chiesa e per il Papa. 

Così sarete fedeli al Vangelo e per mezzo di voi Io otterrò la mia grande vittoria».

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