Padre Giulio Savoldi
Sacerdote Cappuccino, Esorcista
(9 marzo 1928 – 23 marzo 2010)
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BIOGRAFIA
Nacque a Nembro (BG) il 9 marzo 1928 da Antonio Savoldi e Giulia Ghilardi e nel battesimo gli fu dato il nome di Giovanni Maria.
Entrò nel noviziato dei cappuccini a Lovere il 14 agosto 1946 e ivi emise la professione temporanea il 15 agosto 1947.
Fece la professione perpetua sempre a Lovere il 15 agosto 1950. Fu ordinato sacerdote in S. Bernardino a Milano il 13 marzo 1954. Morì a Milano il 23 marzo 2010 e fu sepolto nella tomba di famiglia a Nembro.
Visse 82 anni, 63 da religioso, 56 da sacerdote.
P Giulio fu un frate di forte attività. Per 15 anni esercitò l’ufficio di guardiano in vari conventi: Lovere, Albino, Bergamo, Milano S. Cuore.
Per 15 anni circa insegnò teologia fondamentale nel nostro studentato. Venne eletto definitore provinciale per 6 anni e per altri 6 anni fu vicario provinciale. Esercitò anche l’ufficio di segretario provinciale.
Nel 1992 venne nominato vice postulatore del servo di Dio fra Cecilio Cortinovis, incarico che portò avanti per 16 anni.
Ebbe incarichi nelle diocesi di Bergamo e di Milano dove fu eletto come segretario diocesano dei religiosi: 3 anni a Bergamo e 12 anni a Milano e di conseguenza divenne membro del consiglio presbiterale delle due diocesi.
Infine nel 1992 fu nominato dal card. Martini esorcista per la diocesi di Milano, ufficio che esercitò per 18 anni fino alla sua morte.
IL FRATE FEDELE
P Giulio non conobbe periodi di pausa nel suo servizio alla provincia e nel suo mini-stero sacerdotale. La legge del lavoro scorreva nel suo sangue.
Per il suo senso di equilibrio gli furono affidate dei compiti di responsabilità come risulta dal commento alla scheda della sua vita che portò avanti con semplicità, umiltà e silenzio.
- Giulio fu un tipo silenzioso che non amava il chiasso, ma era modesto nel suo presentarsi e nel partecipare alla conversazione. Appena poteva si ritirava nel silenzio della sua cella dove occupava il tempo nel lavoro necessario, nella lettura e nella preghiera.
Durante le ricreazioni fraterne della sera amava giocare a carte e si appassionava. Amava la vita fraterna e amava i suoi confratelli. Non usciva mai un lamento dalla sua bocca o un commento su qualche fratello.
Credo non abbia svolto un particolare ministero di predicazioni importanti. Era un piccolo frate dalla barba fluente, che si presentava in modo caratteristico, ma la voce e il suo tipo di dizione non erano proprio di un classico predicatore.
Fu un frate di profonda fede e di preghiera. Oltre alla quotidiana fedeltà alla preghiera comunitaria lo si trovava spesso in coro o in chiesa raccolto nella preghiera personale.
In certi incontri nei suoi interventi, richiamava spesso il senso e la fedeltà alla preghiera come ragione prima della vita consacrata.
L’ESORCISTA
Che cos’è l’esorcismo? Il catechismo della chiesa cattolica così dice: “è un sacramentale che mira a scacciare i demoni o a liberare dall’influenza demoniaca e ciò mediante l’autorità spirituale che Gesù ha affidato alla sua Chiesa. Molto diverso è il caso di malattie, soprattutto psichiche, la cui cura rientra nel campo della scienza medica. É importante, quindi accertarsi, prima di celebrare l’esorcismo, che si tratti di una presenza del maligno e non di una malattia” (n. 1673).
Il Codice di Diritto canonico perciò prescrive che: “Nessuno può proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ne ha ottenuto dall’Ordinario del luogo peculiare ed espressa licenza.
L’Ordinario del luogo conceda tale licenza solo al sacerdote che sia ornato di pietà, di scienza, di prudenza e d’integrità di vita” (Can. 1172).
Il card. Martini, arcivescovo di Milano, nel dicembre 1992 nominò p. Giulio esorcista per la diocesi di Milano.
Esiste il diavolo? Esistono persone posse-dute dal demonio? Gesù ne parla e guarisce diverse persone possedute da Satana.
Come bene dice il catechismo della Chiesa Cattolica bisogna fare un prudente discernimento di fronte a tali casi.
Ecco p. Giulio davanti a tale realtà. Non so quanti veri esorcismi ha fatto nella sua vita, ma la gente che andava da lui era una folla.
Questo significa che la stragrande maggioranza di persone che ricorrevano a lui era gente ammalata: gente afflitta, esaurita, depressa, disperata, gente fragile, piena di paure, gente confusa o sottomessa alle prove della vita. La vita di oggi sta provocando in modo esponenziale tali malattie che possiamo chiamare le “malattie del secolo”.
P Giulio per 18 anni, qui nel convento dei cappuccini di piazzale Velasquez 1, in Milano, ha accolto, con pazienza, perseveranza e amore tutta questa folla che a lui ricorreva con fiducia.
Ha capito che la sua missione era di consolare, incoraggiare, sostenere le persone fragili sia psicologicamente, sia nella fede. Entravano singolarmente oppure a piccoli gruppi; li faceva pregare, dava consigli e dava loro la benedizione di Dio, e così partivano sostenuti dalla grazia di Dio.
- Giulio si è donato fino all’ultimo respiro parecchie ore al giorno e, anche quando non si sentiva bene, voleva essere presente.
Dalle molte testimonianze si nota come la gente gli si era affezionata, come poneva fiducia nella sua intercessione e al suo funerale la moltitudine che aveva accostato in questi 18 anni era là a ricordarlo.
P Giulio non presentò domanda per andare in terra di missione, ma, con le offerte che riceveva dai benefattori, aiutò molto le missioni. Ne sono una conferma le testimonianze dei nostri confratelli missionari. Mons. Luigi Padovese (recentemente scomparso) scrive: “P Giulio era la mano della Provvidenza”; p. Apollonio: “Abbiamo perso un amico abbiamo acquistato un protettore”, e così i superiori delle varie missioni.
Il suo ricordo rimarrà a lungo nel cuore di molta gente per la sua spontanea, fedele e francescana dedizione al popolo di Dio.
Grazie p. Giulio per ciò che hai fatto e per l’esempio che ci hai dato!
(Tratto da: “Beato Innocenzo da Berzo” anno 17 nr2 5/6-2010)
In ricordo di Padre Giulio
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