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Gloria Polo – Capitolo 4

Sono stata alle porte dell'inferno - Testimonianza di Gloria Polo

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Gloria Polo – Capitolo 4

Capitolo 4

Dall’illusione alla verità. Testimonianza di Gloria Polo

IL MIO GIUDIZIO

Quando urlai di nuovo che ero cattolica, fratelli, udii una Voce, così dolce, ma così dolce… Così bella, che riempì tutto di pace e d’amore, e fece sussultare la mia anima. Quelle orribili creature che mi stavano appiccicate, all’udirla, si prostrarono immediatamente in adorazione, e chiesero licenza di ritirarsi, perché non resistevano alla dolcezza di quella Voce: allora si aprì qualcosa, come una bocca verso il basso, ed essi fuggirono impauriti. Immaginatevi! Quando vedo quegli esseri, quei demoni orripilanti, prostrati lì… Al solo udire la Voce del Signore, (nonostante l’orgoglio di satana, per cui sentono la cosa come molto spiacevole), si buttarono in ginocchio!

 Quindi, vidi la Vergine Santissima prostrata, quando il sacerdote elevò Nostro Signore nell’Ostia, durante la Messa che veniva celebrata per l’anima di mio cugino. La Vergine Maria intercedeva per me! Prostrata ai piedi di Nostro Signore, raccoglieva tutte le preghiere che il popolo della mia terra faceva per me, e le Gliele consegnava.

Sapete, al momento dell’elevazione, quando il sacerdote alza l’Ostia, la presenza di Gesù si sente, tutti si prostrano in ginocchio, perfino i demoni! …E io, che andavo a Messa senza un minimo di rispetto, senza dare alcuna attenzione, con la gomma da masticare in bocca, a volte sonnecchiando, guardando da una parte, persa in mille pensieri banali…! E poi avevo anche la faccia tosta di lamentarmi, piena di superbia, che Dio non mi ascoltava quando Gli chiedevo qualcosa!

Credetemi, era sconvolgente vedere come, al passare di Nostro Signore, tutte quelle creature, tutti quegli esseri spaventosi, si gettavano per terra, in un’adorazione impressionante.

Vidi la Vergine Maria, graziosamente prostrata ai piedi del Signore, pregare per me, in adorazione davanti a Lui. …E io, peccatrice, con la mia immondizia, a trattarLo senza alcun rispetto, e dicendo che ero stata buona… Sì, buona miserabile! Rinnegando e maledicendo il Signore!

Immaginate che peccatrice ero, quando perfino i demoni si prostravano a terra, al passaggio del Signore Gesù Cristo…!

* * *

Quella Voce così bella mi dice: “Molto bene, se tu sei cattolica, dimmi quali sono i comandamenti della Legge di Dio!”

…Pensate lo spavento! …Quella domanda proprio non me l’aspettavo! Io sapevo solo che erano 10! E poi… niente più!

“E adesso, come me la cavo?”, pensavo afflitta. Mi ricordai allora che mia madre diceva che il primo comandamento era l’amore, ne parlava sempre… L’amore a Dio e l’amore al prossimo. Alla fine, i discorsi di mia madre erano serviti a qualche cosa, mi dissi. Così scelsi questa risposta, sperando che bastasse e che non si notasse il resto…! Pensavo di cavarmela così, come sempre facevo quand’ero in vita: infatti, avevo sempre la risposta pronta, la risposta perfetta, riuscivo sempre a giustificarmi e a difendermi in modo tale, che nessuno scopriva quello che non sapevo. Adesso pensavo di cavarmela nello stesso modo. E cominciai a dire: “Il primo comandamento è: amare Dio sopra ogni cosa, e… il prossimo come me stesso.”

“Molto bene: – mi disse – e tu l’hai fatto? Hai amato?

Tutta confusa, risposi: “Io…sì! Sì, io sì. Sì!”

Ma quella Voce meravigliosa disse: “No!!!”

Vi assicuro che quando mi disse: “No!”, allora sì che sentii il colpo del fulmine! Infatti, ancora non avevo sentito da che parte mi avesse colpito…Ma quando udii quel “No!”, il dolore del fulmine lo sentii tutto!… Mi sentii nuda, caddero tutte le mie maschere, e rimasi allo scoperto.

Quella Voce soave continuò a dirmi: “No!!! Tu non hai amato il tuo Signore sopra ogni cosa, e tanto meno hai amato il tuo prossimo come te stessa! Tu ti sei fatta un Dio che hai modellato su di te, sulla tua vita1 Solo nei momenti d’estrema necessità, o di sofferenza, ti ricordavi del tuo Signore. Allora sì, t’inginocchiavi, piangevi, chiedevi, offrivi novene, ti proponevi d’andare a Messa, ai gruppi di preghiera, domandando qualche grazia o miracolo… Quand’eri povera, quando la tua famiglia era umile, quando ancora desideravi diventare una professionista, allora sì, tutti i giorni pregavi in ginocchio, ore intere, supplicando il tuo Signore! Pregavi, chiedendomi che ti tirassi fuori da quella povertà, ti permettessi di diventare una professionista e di essere qualcuno! Quando ti trovavi nella necessità e avevi bisogno di denaro, allora sì, promettevi: Prego il Rosario, ma Tu, Signore, concedimi un po’ di soldi!.

 Questa era la relazione che avevi con il tuo Signore! Mai, hai mantenuto una promessa fatta, neanche una! E oltre a non mantenere le promesse, non mi hai mai ringraziato!”

E il Signore insistette su questo: “Tu davi la tua parola, facevi una promessa al tuo Signore, ma mai la mantenevi!”

Il Signore mi mostrò una delle tante mie preghiere: quando Gli chiesi la grazia di avere la mia prima auto, pregavo, e molto umilmente chiedevo che per favore, mi concedesse anche solo una macchinina, perfino vecchia, non importava…purché funzionasse. Ma appena ottenni quello che desideravo, non dissi nemmeno un “grazie” al Signore; e 8 giorni più tardi, oltre a non averLo ringraziato, già Lo rinnegavo e Lo maledicevo. Egli mi mostrò come, in tutte le grazie che mi concedeva, non solo mancavo alle promesse fatte, ma nemmeno rendevo grazie.

Vedevo il Signore in un modo veramente triste. Sapete, la mia relazione con Dio era tipo “BANCOMAT”: mettevo un Rosario, e Lui doveva darmi denaro…e se non me lo dava, mi ribellavo. Il Signore mi mostrò tutto questo. Non appena mi permise di avere la mia professione, -e di conseguenza, iniziare ad avere un certo prestigio e anche il denaro-, il nome di Dio già mi stava stretto… Cominciai a sentirmi grande, senza avere mai per Lui una minima espressione di amore, o di gratitudine.

Essere riconoscente? Mai! Neppure un grazie per il nuovo giorno che mi donava, o per la mia salute, o per avere un tetto dove abitare…Oppure una preghiera di compassione per quei poveretti che non hanno casa, né di che mangiare…Niente!!! Ingrata al massimo! Oltre tutto, diventavo sempre più incredula nei confronti del mio Signore, mentre credevo in venere e mercurio per la fortuna, andavo ciecamente dietro all’astrologia, dicendo che gli astri dirigono la nostra vita. Cominciai a credere in tutte le dottrine che il mondo mi offriva. Credevo, per esempio, nella reincarnazione: mi convinsi che, semplicemente, si moriva e si ricominciava daccapo…e dimenticai di essere costata un prezzo di Sangue al mio Signore Gesù.

Il Signore continuò: “Tutto quello che avevi, non ti era stato dato perché lo avevi chiesto, ma era una benedizione che ricevevi dal Cielo: tu, invece, dicevi di aver ottenuto tutto da te, perché eri lavoratrice, lottatrice… Che ogni cosa l’avevi conquistata con le tue mani, e a forza di studiare. No! Guarda: quanti professionisti ci sono, più qualificati di te, che lavorano quanto o più di te?”

Il Signore mi fece l’esame dei 10 Comandamenti, mostrandomi quella che ero: che cioè a parole dicevo di adorare e amare Dio, ma al contrario adoravo satana. Nel mio ambulatorio, era solita venire una signora che leggeva le carte, e faceva delle magie per liberare da cattivi influssi, e io dicevo: “Non credo a queste cose… Ma faccia pure, perché non si sa mai…”. E lei faceva le sue diavolerie. In un angolo dove nessuno vedeva, mise un ferro di cavallo e una pianta di aloe, per allontanare la sfortuna, e altre cose del genere. Sapete cosa feci, permettendo questo? Aprii le porte ai demoni, perché entrassero a piacimento, e circolassero liberamente, allegramente, nel mio ambulatorio e nella mia vita. Guardate che tutto questo è vergognoso. Dio mi fece l’analisi di tutta la mia vita, alla luce dei 10 Comandamenti, mi mostrò quella che ero nei miei rapporti col prossimo, e con Lui. Criticavo tutto e tutti… E tutti puntava con l’indice, la “santa Gloria”…! Mi mostrò quando dicevo di amare Dio e il prossimo, ma al contrario ero molto invidiosa. Adesso vedevo che, quando ingannavo qualcuno o mentivo, era come spergiurare, perché nel momento in cui dicevo: “Sono cattolica”, dichiaravo che Gesù Cristo era il mio Signore e allo stesso tempo davo testimonianza di menzogna e inganno! Quanto male feci a tanta gente! Come del resto non fui mai riconoscente ai miei genitori, per tutto il loro sacrificio e l’impegno affinché potessi avere una professione e trionfare nella vita; per tutti i sacrifici e gli sforzi che fecero… Ma io non lo vidi, lo ignorai, e appena ebbi il mio lavoro, perfino loro diminuirono ai miei occhi: al punto di vergognarmi di mia madre, per la sua umiltà e povertà.

Gesù continuò, mostrandomi che sposa ero: passavo tutto il giorno a brontolare, fin dal risveglio. Mio marito mi diceva: “Buona giornata!”. E io: “forse lo sarà per te!! Guarda che pioggia!”. Sempre brontolavo e contraddicevo tutto.

…Quanto a santificare i giorni di festa? Che spavento! Che dolore sentii! Gesù mi fece vedere come dedicassi 4 e anche 5 ore al mio corpo con la ginnastica, e neanche 10 minuti al giorno per il mio Signore, né un ringraziamento, o una bella preghiera…no, niente! Anzi, a volte addirittura recitavo il Rosario cominciandolo a tutta velocità, durante l’intervallo della telenovela. Pensavo di riuscire a pregarlo mentre andava in onda la pubblicità. Iniziavo rapidamente, senza prestare attenzione a quello che dicevo, preoccupata piuttosto se la telenovela fosse già cominciata o no, e a che punto era arrivata. Insomma, senza elevare il cuore a Dio.

Gesù continuava a mostrarmi come non fossi per niente riconoscente nei Suoi confronti, e la pigrizia che avevo nell’andare a Messa. Quando ancora vivevo con i miei genitori, e mia madre mi obbligava ad andarci, le dicevo: “Ma, mamma, se Dio è dappertutto, che bisogno ho di andare in chiesa per la Messa?”. Chiaro, per me era molto comodo dire così… E Gesù me lo mostrò. Avevo il Signore 24 ore al giorno per me, tutta la mia vita Dio si prese cura di me, e io così pigra a dedicarGli un po’ di tempo la Domenica, a mostrarGli la mia gratitudine, il mio amore per Lui… Ma la cosa peggiore fu sapere che, frequentare la chiesa, significava andare a nutrire la mia anima. Io, invece, mi dedicai totalmente alla cura del mio corpo, divenni schiava della mia carne, e mi dimenticai di questo particolare: che avevo un’anima! E mai mi curai di essa.

Della Parola di Dio, dicevo perfino, sfacciatamente, che chi leggeva molto la Bibbia, diventava pazzo. Arrivai al punto d’essere blasfema, e l’incoerenza della mia vita mi portò a dire: “Ma quale Santissimo? E Dio sarebbe presente lì? Nella pisside e nel calice? …I preti ci dovrebbero aggiungere acquavite, per dargli un buon sapore!”.

Fino a che punto arrivò il degrado della mia relazione con Dio! Lasciai la mia anima senza nutrimento, e come se non bastasse, non facevo altro che criticare i sacerdoti. Se voi sapeste, fratelli, come rimasi male riguardo a questo, davanti a Gesù! Il Signore mi mostrò come si ridusse la mia anima a causa di tutte queste critiche. Oltre tutto, pensate che dichiarai omosessuale un sacerdote, e l’intera Comunità lo venne a sapere… Non immaginate il male che feci a quel prete! No, non potete immaginarlo! Non posso raccontarvelo, perché sarebbe troppo lungo. Vi dico soltanto che, una sola parola, ha il potere di uccidere e distruggere le anime. Adesso vedevo tutto il male che avevo fatto! La mia vergogna era così grande, che non ci sono parole per descriverla! Posso solo supplicarvi di non fare lo stesso: non criticate! Pregate! Vidi che le mancanze più gravi di cui si macchiò la mia anima, e che attirarono più maledizioni nella mia vita, furono il parlar male dei sacerdoti!

Gloria Polo – Capitolo 4