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Un anziano abitava alle celle dette Eremitiche

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Un anziano abitava alle celle dette Eremitiche, fuori d’Alessandria, e questo anziano era molto ipocondriaco e impaziente. Ora, un giovane fratello intese parlare di lui e fece questo patto con Dio: «Signore, per tutto il male che ho fatto, voglio abitare e perseverare con questo anziano per servirlo e procurargli il riposo». L’anziano l’insultava dunque tutti i giorni come un cane. Dio, vedendo la pazienza e l’umiltà del fratello, dopo sei anni passati con l’anziano gli mostrò in sogno un personaggio terribile che teneva una grande pergamena; questi gli mostrò una metà della pergamena cancellata e l’altra metà scritta, dicendogli: «Ecco, il Maestro ha ridotto di metà il tuo debito; lotta ancora per il resto». Ora vi era un altro spirituale che abitava nel vicinato e apprese come l’anziano si trascurasse e tormentasse il fratello continuamente, e il fratello gli facesse delle metanìe senza che il vegliardo si riconciliasse con lui.

E ogni volta che questo spirituale incontrava il fratello, gli domandava: «Che cosa c’è di nuovo, figlio mio? Come hai passato la giornata? Abbiamo tratto qualche profitto? Abbiamo cancellato qualche cosa dalla pergamena?». Il fratello, sapendo che quell’anziano era uno spirituale, non gli nascondeva niente ma gli rispondeva dicendo: «Sì, Padre, ho penato un po’». Se qualche volta, di tanto in tanto, passava un giorno senza che fosse insultato, coperto di sputi o messo alla porta dall’anziano, se ne andava la sera dal vicino e gli diceva piangendo: «Infelice me, Abba, la giornata è stata cattiva, perché non ho guadagnato niente, ma l’ho passata nel riposo». Dopo dieci altri anni, il fratello morì; e lo spirituale assicurò: «L’ho visto, era con i martiri e pregava Dio per il suo anziano con molta fiducia, dicendo: “Signore, nello stesso modo che tu mi hai fatto misericordia per suo mezzo, abbi pietà anche di lui a causa della tua misericordia e di me tuo servitore”».

E quaranta giorni dopo, Dio prese anche l’anziano nel luogo del riposo. Ecco la fiducia che acquistano coloro che sopportano per Dio le tribolazioni.
[N., 551 (P.E., I, 37, 4)]

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