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Si raccontava che un ufficiale esattore

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Si raccontava che un ufficiale esattore, giovane e di bellissimo aspetto, viaggiava per amministrare gli affari imperiali. Aveva in una città un amico illustre, sposato con una giovane donna. Quando passava per quella città, l’amico lo accoglieva; l’ufficiale alloggiava da lui e prendeva i pasti in compagnia della moglie dell’ospite, che era per lui un amico diletto. Poiché veniva sovente, la moglie cominciò a pensare a lui, senza che egli ne dubitasse neppure. Ella era casta, quindi non gli rivelò i suoi pensieri e soffriva quella passione con rassegnazione cristiana.

Dopo uno di quei soggiorni, l’ufficiale imperiale riprese la sua via come di consueto. Ma la giovane donna si ammalò dei propri pensieri e dovette mettersi a letto. Il marito le condusse vari medici che la esaminarono e dissero: «Forse è malata nell’anima, perché il suo corpo è sano». Suo marito sedette presso di lei, supplicandola di rivelargli di che cosa soffrisse. Ella, timida ed arrossendo, non osava. Finalmente confessò: «Tu sai, mio signore, che per amicizia e generosità tu introduci qui alcuni giovani. Ora io, tua moglie, ho concepito una passione per l’ufficiale imperiale». A queste parole il marito serbò il silenzio. Quando, qualche giorno più tardi, ritornò l’ufficiale, gli andò incontro e gli disse: «Fratello, tu sai quanto mi sei caro. Per affetto ti ho ricevuto, ho voluto che tu sedessi alla mia tavola in compagnia di mia moglie». L’altro rispose: «È vero, signore». Il marito soggiunse: «Ecco, mia moglie pensa a te». Udendo ciò non soltanto l’ufficiale non pensò a lei ma, trasportato di carità, cadde nell’afflizione e disse al marito: «Non turbarti, Dio ci verrà in aiuto».

Poi se ne andò, si tagliò i capelli e prendendo un certo unguento se ne unse il capo e il volto al punto di bruciarli, e così i sopraccigli. Cancellò tutta la propria bellezza e divenne come un antico lebbroso. Si coperse poi di un velo nero e andò a visitare la malata, e il marito sedeva presso di lei. Rialzando il velo, mostrò loro il volto e prese a dire: «Ecco ciò che mi ha fatto il Signore». La moglie, quando lo vide mutato da tanta bellezza a tanto orrore, ne fu atterrita; le sue tentazioni erano sparite in virtù della pena che s’era assunta quell’uomo. Si levò subito, tutto era dimenticato. Allora l’ufficiale imperiale chiamò da parte il marito e gli disse: «Grazie a Dio tua moglie non è più malata; ella però non vedrà più il mio viso». Ciò si chiama porre l’anima al di sopra dell’amore e rendere il bene per il bene.
[N., 37 *]

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