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Dongo, 27 marzo 1986. Giovedì Santo. Divino Mistero.

MESSAGGI DON STEFANO GOBBI 1986

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Dongo, 27 marzo 1986. Giovedì Santo. Divino Mistero.

«Oggi è la vostra festa, figli prediletti, perché è la vostra Pasqua. Ricordate la istituzione della Eucarestia e del Sacerdozio. Gesù quanto ha desiderato mangiare questa Pasqua con i suoi discepoli, prima del suo patire! Desiderate anche voi consumare, con tanto amore, il mistero della vostra Pasqua sacerdotale. È un divino mistero di amore. Siete chiamati alla purezza dell’amore. Per questo ogni giorno Io opero fortemente in voi, per trasformare il vostro cuore e renderlo conforme a quello di mio figlio Gesù. Vi conduco dentro la fornace ardente del suo divino e purissimo amore, perché un cuore sacerdotale deve essere plasmato e trasformato dal Cuore di Gesù, sommo ed eterno Sacerdote. Un cuore sacerdotale deve essere mite ed umile, misericordioso e sensibile, puro e compassionevole, aperto, come un calice, ad amare Dio in maniera esclusiva e totale e poi, riempito della pienezza dell’amore divino, a donare fiamme di inestinguibile carità a tutti i fratelli. Oggi è anche il giorno del comandamento nuovo: – Amatevi fra voi, come Io vi ho amati. È il giorno del suo impegnativo mandato: – Se questo Io ho fatto come Maestro, fatelo anche voi se volete essere miei veri discepoli. Figli prediletti, mettetevi sempre al servizio di tutti: lavate anche voi i piedi dei vostri fratelli, con il versare balsamo sulle loro ferite, con il condividere in tutto le loro necessità e la loro povertà, con il portare su voi stessi il peso del peccato e del male del mondo. È un divino mistero di preghiera. Il vostro Sacerdozio si esprime in una perenne opera di mediazione fra Dio e gli uomini. E questa si esercita con la vostra preghiera sacerdotale, soprattutto con l’offrire a Dio il Sacrificio quotidiano della Santa Messa, che, per mezzo vostro, rende perenne ed universale il dono pasquale di questa Ultima Cena. È perfezione di preghiera, cioè di unione profonda di vita con Dio, l’esercizio del Sacerdozio nel dono ai fedeli dei Sacramenti, istituiti da Gesù per la vostra salvezza. Soprattutto è perfezione di preghiera la vostra docile e premurosa disponibilità alle necessità delle anime, che vi conduce spesso ad entrare nel Confessionale, come ministri del Sacramento della Penitenza, con il quale potete risanare le piaghe profonde di tanti peccati. Per mezzo del vostro buon esempio, ritorni in tutta la Chiesa l’uso frequente della Confessione, attuando quanto, in questo giorno, il mio primo figlio prediletto Papa Giovanni Paolo II ha domandato, con la sua lettera scritta a tutti i Sacerdoti. È un divino mistero di sofferenza. L’istituzione del Sacerdozio è soprattutto ordinata a una perenne, anche se incruenta, immolazione di Gesù, che perpetua quella compiuta da Lui sul Calvario. così anche voi siete da Me chiamati a soffrire con Gesù, ad immolarvi con Lui per la salvezza delle anime. Salite il Calvario di questo secolo indifferente e crudele, pronti a morire come Gesù, perché i fratelli abbiano la vita. Per questo, in questi tempi, Io vi domando sofferenze più grandi e più continue. Non scoraggiatevi; siate anzi lieti. Se entrate nel giardino del mio Cuore Immacolato, proverete sempre più quanto Gesù ha esperimentato in maniera perfetta: la gioia della immolazione per amore e la salvezza di tutti. così, ogni giorno, alle anime che vi sono state affidate, potete dire con verità: “Quanto ho desiderato mangiare questa mia Pasqua con voi!”

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