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Capoliveri (Livorno), 2 aprile 1994. Sabato santo. Il sabato che sta per finire.

MESSAGGI DON STEFANO GOBBI 1994

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Capoliveri (Livorno), 2 aprile 1994. Sabato santo. Il sabato che sta per finire.

«Passate questo giorno con Me, figli prediletti, ed aprite i vostri cuori alla speranza. Mio figlio Gesù oggi riposa nel suo nuovo sepolcro. È il solo giorno che sono rimasta senza mio Figlio. È il primo giorno della mia nuova ed universale maternità. È il giorno che precede la festa più grande: la Pasqua! In essa si fa memoria della uscita del popolo eletto dalla lunga schiavitù passata in Egitto. È il passaggio dell’Angelo del Signore, che colpisce i primogeniti degli egiziani e salva le case degli ebrei, segnate con il sangue dell’agnello. Il vero Agnello di Dio è ormai stato immolato sulla Croce. Il suo sangue è sceso sulle case di tutti ed ha redento la intera umanità. L’Agnello per voi immolato ora giace nel suo nuovo sepolcro. La Madre veglia nel dolore e nel pianto, nella fede e nella preghiera, nell’amore e nella speranza. Questo giorno è stato dedicato dalla Chiesa ad una particolare venerazione della vostra Mamma Celeste, perché in esso la tomba si è trasformata in una culla, in cui viene deposta l’umanità redenta ed ormai nata a nuova vita divina. Il mio Cuore Immacolato si apre ad accogliere qui ogni mia nuova creatura. Le lacrime si aprono al sorriso, il dolore alla gioia, la speranza alla certezza più grande. Fra poche ore mio figlio Gesù uscirà trionfante dal sepolcro, vincitore del peccato e della morte. È il sabato che prepara il giorno radioso della Risurrezione. È il dolore che porta alla gioia. È la morte che si apre alla vita. È il sabato che sta per finire. Nel suo sepolcro giace ancora l’umanità corrotta dal peccato, schiava di Satana, ferita dal male, oppressa sotto il giogo di grande schiavitù. Si avvicina l’ora in cui Gesù, che è risorto e salito alla destra del Padre, ritornerà a voi sulle nubi del cielo, nello splendore della sua gloria divina, dando così perfetto compimento all’Opera della sua Redenzione ».

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